28 giugno, ore 16,30. Temperatura pari o superiore a 35
gradi. Ultimo Collegio Docenti dell’anno scolastico.
Il Dirigente apre la
riunione presentandoci un articolo di Roberto Casati, il filosofo,
pubblicato su “Il Sole24 ore” del 2 giugno : “Equazioni e diseguaglianze”. A
commento del suddetto articolo il D.S. sollecita i docenti, soprattutto quelli della scuola dell’Infanzia e della
scuola Primaria, a sviluppare il pensiero astratto, anzi , ad insegnare la matematica astratta (???).Io e
la collega di matematica ci guardiamo incredule: ma come? E la didattica
laboratoriale? E Piaget?
Sono sempre stata convinta che uno dei problemi principali
della scuola italiana sia proprio la carenza di operazioni concrete previste
nei suoi “programmi” o nelle sue prassi educative: questi bambini tutto
cervello e niente corpo parlano troppo di massimi sistemi e poco imparano a
fare una cosa che considero importantissima: muovere intelligentemente le mani
( cito letteralmente un mio carissimo amico e ottimo maestro: Luigi Guercia).
Quindi, convinta che la radice del ritardato sviluppo del pensiero astratto nei
miei alunni ( di scuola media) albergasse proprio nella mancanza della pratica
nelle operazioni concrete, guardo spaesata la mia collega. Ma come? Ancora: e
la didattica laboratoriale? E Piaget?
Il caldo fa brutti scherzi e lì, sul momento, non ho la
forza di controbattere, ma a casa leggo, e studio.
Leggo prima di tutto
l’articolo menzionato, e poi il rapporto OCSE - Pisa da cui lo stesso trae spunto. ( posto
ambedue per un confronto con voi). Mi sembra che ambedue siano ben lontani
dalle conclusioni affrettate del mio D.S. e penso, rassicurata, che nessuno sta
gettando dalla finestra il vecchio, buon Piaget.
Penso, anche, che possa essere utile rispolverare un po’ di
psicologia dell’età evolutiva, giusto per ricordare quali caratteristiche
abbiano le menti che ci troviamo davanti.
Non desidero mettermi in cattedra a fare una lezione , mi
limiterò a fornirvi qualche indicazione bibliografica e ad attendere i vostri commenti e le vostre osservazioni.
Concludo con un fremito di soddisfazione: questo input mi ha
consentito di rompere il ghiaccio e di inviare il mio primo post. Spero che ne
seguano altri e che voi partecipiate numerosi.